ASSOCIAZIONE MEDICA
Il Punto Su: Ci conosciamo? Ma come ci conosciamo?
Finalmente è on line il sito della nostra Cooperativa; rinnovato nella veste grafica, chiaro nei collegamenti, forse un po’ asettico nei colori, ma d’altra parte siamo medici! Un grazie al caro Mastro web nonché vicepresidente Giovanni e allo zampino di un comune amico che non si smentisce mai: Francesco detto Capafresca. Grazie per il servizio offerto e per la sorniona ironia che vi contraddistingue. Ma il nuovo sito mi ha dato lo spunto per una riflessione e ve la offro, nuda e cruda secondo il mio stile! E’ indubbio che oggi senza la rete non siamo nulla, non possiamo fare nulla e quindi, giocoforza, dobbiamo sottostare al punto da sentirci soli in un deserto: basta un capriccio del modem, uno stallo di un server ed eccoci persi: ricette che non partono, aggiornamenti che non si scaricano, certificati che non possono essere inoltrati; pegno da pagare per un Paese che si reputa moderno, ma viaggia ancora coi treni a vapore. Almeno per quanto riguarda la rete. Da novembre cosa succederà? Cosa avverrà quando una richiesta di un esame non potrà essere dematerializzata? Chi vivrà vedrà…! Ma questo stato di cose si ripercuote – inevitabilmente – anche su rapporti interpersonali: auguri fatti via SMS, inviti inoltrati via WhatsApp – per non perdere tempo addirittura in gruppo! – uso smodato della posta elettronica anche per chiedere un favore…. Ma ricordiamo il tono della voce di quell’amico, di quel Collega? Da quanto tempo non ci facciamo una chiacchierata, anche scherzosa? Già il tempo. Non abbiamo tempo. Sempre affaccendati in mille faccende che ci fanno perdere la misura dell’essere noi stessi. Ma non è colpa nostra. Anche nella lingua italiana abbiamo e usiamo una locuzione che usiamo spesso e che abbiamo fatto nostra: “rincorrere la felicità”! Ma correre, inseguire, rincorrere implica uno sforzo, una fatica e ciò determina stanchezza, un fiatone; quando hai raggiunto lo scopo col fiatone cosa ti resta per poter godere della meta raggiunta? Perché lasciarci ossessionare da tutto questo che ti fa perdere il gusto della vita? E non solo quello pieno come recita una famosa pubblicità – guarda caso - di un amaro! Abbiamo perso il gusto di stare insieme, di guardarci negli occhi – a proposito mastro web cambiamo le foto? Gli anni passano… - di stringerci la mano, di passeggiare chiacchierando del più e del meno; insomma abbiamo perso la misura d’uomo. Non c’è tempo, c’è il lavoro, ma se esso nobilita l’uomo perché deve renderlo simile alle bestie? Invito a fare uno sforzo di memoria: quando è capitato di passare insieme momenti goliardici ci siamo lasciato dicendoci tutti che avevamo passato una bella serata: sono certo che non ci si riferiva al fatto di aver staccato la spina, sarebbe un egoismo gratuito, siamo stati bene perché siamo stati liberi di goderci insieme quel tempo. Credo che tutti di noi siano – chi poco chi molto – al di là del giro di boa dei cinquant’anni, tempo di bilanci e di necessaria pacatezza e saggezza: se il mondo, e anche il nostro mondo di colleghi è diventato un villaggio perché non riusciamo ad incontrarci? Ci conosciamo, ma come ci conosciamo? Ci basta guardare la foto sul sito per dire lo conosco e siamo amici? Ci soddisfa aver mandato un SMS per renderci presenti in quella occasione? Mi vengono in mente certe accese discussioni durante le riunioni o in quei bei momenti in cui facevamo “quattro chiacchiere con”; quelle discussioni avevano lo scopo di metterci a nudo, di conoscerci nel profondo: mi dispiace che quei Colleghi di felice memoria non abbiano conservato il posto sul sito! Anche questo è un segno dei tempi? Ciò che non serve si butta? No. Per favore no. Ben vengano le innovazioni virtuali, ma facciamone un uso razionale e consapevole, non facciamoci usare da essi, non diventiamo pedine amorfe di un indirizzo IP, recuperiamo la nostra centralità in questo mondo che geme e aspetta di essere trasformato secondo una logica etica, umana, amicale. E non da una mera esigenza di mercato. Mi pare di aver già affrontato questo tema in un’altra recente riflessione; qui non c’è alcun contenuto diverso dal valore della collegialità, e dell’amicizia: questi sono valori anche laici che non possono esere esasperati da un laicismo arido e soffocante. Il rapporto umano è da sempre alla base di ogni società civile che abbia a cuore il benessere, lo stare bene dei suoi membri. Discutevo qualche giorno fa con il mio salumiere di fiducia a proposito di un formaggio; mi disse che potevo trovarlo su internet; vuoi mettere un pacco che ti arriva già confezionato con la soddisfazione di saggiarlo prima di comprarlo con la complicità di chi lo vende e confrontarsi con lui? Ecco, anche questo è un rapporto umano che arricchisce. Entrambi. A maggior ragione tra di noi che condividiamo ansie, problemi, difficoltà…. E ancora siamo sulla nostra isoletta illudendoci di conoscerci…..
Antonio Ambrosanio
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