ASSOCIAZIONE MEDICA
Il Punto Su: Una piccola agenda del 1988
Chiedo scusa se utilizzo questo spazio pubblico per comunicare qualcosa al Dott. Antonio Ambrosanio. Sono sfrontato lo so, ma il guaio è che ho il pessimo vizio di conservare tutto, ed alla fine sono tante le cose che conservo che quando si tratta di buttarle via non so davvero da dove cominciare. Infatti l'altro giorno, cercando di sfoltire la montagna di carte che mi sovrasta, ho ritrovato una vecchia agendina di quando ero interno alla clinica medica del Prof. Mario Mancini. Lì prendevo gli appuntamenti per l'ambulatorio di diabetologia; ho cominciato a sfogliarla trovando vecchi nomi di pazienti che ormai non ricordo più e che, forse, sono anche morti.
E' del 1988; a Martedì del 12 Aprile trovo scritto "Matrimonio di Ambrosanio", ora Antonio è possibile che si riferisca al tuo matrimonio? Certo questo è possibile perché in quel periodo lavoravamo presso lo studio di Domenico Maddaloni. C'eri tu, io e poi c'era Giacomo Maiello, e c'era anche la moglie di Domenico, Marilena Russo. Se ricordo bene tu ti eri associato al Dott. Nicola Maddaloni, il padre di Menico, mentre io e Giacomo eravamo dei semplici sostituti. Era credo una delle prime esperienze in assoluto di medicina di gruppo. Io avevo conosciuto Domenico Maddaloni perché lui era "gettonato" al policlinico e anche Giacomo Maiello credo l'abbia conosciuto allo stesso modo, dal momento che lui si stava specializzando in Cardiologia da Condorelli. Ricordo i sogni, i progetti, le speranze di quel periodo, ma anche la paura, l'ansia dell'essere precario. Era il periodo della "pletora medica". Dovunque andavi, a chiunque ti rivolgessi ti veniva sempre detto "ma dottore non vede la pletora medica, si rassegni, arriverà anche il suo momento". Ma il momento della sistemazione non arrivava se non ti rivolgevi al politico giusto. E mi ritrovo a fare il medico di medicina generale perché il politico giusto non l'ho mai trovato e forse non ho fatto granché per trovarlo, come voi tutti d'altra parte! Siamo entrati per punteggio e non per concorso (truccato), pertanto non dobbiamo ringraziare nessuno.
Sembra un attimo, ricordo ancora le aule stracolme dei primi anni, che andavano inesorabilmente a sfoltirsi negli anni successivi ed i sacrifici enormi per arrivare al secondo policlinico. In un battito di ciglia è passata la nostra vicenda lavorativa. Abbiamo visto la nascita del Servizio Sanitario Nazionale e speriamo di non dovere vedere, al termine della nostra vicenda lavorativa, il suo inesorabile declino. Abbiamo vissuto il periodo delle "vacche grasse" dove si dava tutto a tutti e dove le prescrizioni, assolutamente analogiche si prestavano alle più vaghe interpretazioni. Ora viviamo nell'era del rigore digitale e ogni prescrizione viene controllata in maniera ossessiva. Eppure sfogliando l'agendina ricordo ancora l'entusiasmo con cui volevo imparare, con cui volevo capire le cose che non conoscevo. Ricordo ancora l'emozione (e la preoccupazione) delle prime volte che visitavo un paziente. Questi ricordi, nonostante le attuali esperienze negative del primato della burocrazia sul rapporto umano tra medico e paziente, questi ricordi ripeto nessuno ce li potrà mai portare via.
Antonio Mura
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